Una famiglia quasi perfetta di Jane Shemilt ♥ Recensione

Vi capita mai di arrivare alla fine di una storia e ritrovarvi incazzati con un personaggio a tal punto da voler entrare nel libro e prenderlo a calci?
Bene, questo è quello che è successo a me durante la lettura degli ultimi capitoli di questo romanzo. Ho dovuto ricordare più volte a me stessa che si trattava solo di un libro.


 Editrice: Newton Compton

Autore: Jane Shemilt: medico ha conseguito la laurea in scrittura creativa alla Bristol University. Questo è il suo romanzo d'esordio.

Pagine: 330


Immaginate di lavorare come medico, di aver sposato un noto dottore, di aver tre figli ormai adolescenti, insomma immaginate di avere una vita perfetta. Bene, questa è la vita di Jenny, o comunque quella che lei immagina di vivere fino alla notte in cui sua figlia Naomi scompare nel nulla. Naomi aveva 15 anni quella notte. Era uscita per le prove con il gruppo di teatro della scuola e non ha più fatto ritorno a casa.
E' stata rapita? E' fuggita? Che cosa è davvero successo? Ma la domanda più giusta da fare è un'altra...chi era davvero Naomi?

Cercando di capire cosa sia accaduto a sua figlia, Jenny arriva a capire di essere rimasta all'oscuro di molte cose in quegli ultimi mesi, sia nella vita di Naomi, che in quelle degli altri figli e del marito. Quell'uomo che non ha detto dove si trovasse realmente la notte in cui sua figlia è scomparsa finchè la polizia non lo ha costretto a rivelare la verità.
Lentamente quella vita perfetta inizia a crollare come un castello di carta, e Jenny non è più la madre perfetta, la moglie esemplare e il dottore che riesce ad incastrare perfettamente famiglia e lavoro.

Le ore iniziano a diventare giorni e i giorni diventano mesi, e per Jenny inizia un calvario che durerà per ben 14 mesi. 14 mesi che voi lettori vivrete dal punto di vista della madre, e sentirete la sua angoscia, la sua frustrazione e quella mancanza di un figlio sparito nel nulla che arriva ad annullare chi siete.

In questo devo dire che l'autrice è stata molto brava, è riuscita davvero a farvi provare quella sensazione di paura e terrore nei primi mesi della scomparsa, seguita poi da una sensazione di smarrimento e incredulità. Vi mette nei panni di una mamma che non sa dove sia la sua bambina, che non sa se qualcuno le abbia fatto del male, se il suo corpo sia seppellito da qualche parte dove non sarà mai trovato.

Il libro è articolato in salti temporali che vanno dal periodo della scomparsa a 14 mesi dopo, quando lentamente arriverete a scoprire che cosa è realmente successo quella notte.
Ho apprezzato la sua capacità di far percepire il tempo che rallenta fino a fermarsi nel momento in cui Jenny si rende conto che sua figlia non sarebbe tornata a casa quella sera, quei minuti che lentamente diventano ore, trasformandosi poi in giorni in cui ogni cosa non ha più senso di essere fatta come prima. 

Il colpo di scena finale è un pugno nello stomaco. Un finale che lascia una terribile sensazione di amaro in bocca e, almeno nel mio caso, una rabbia incredibile.
Nonostate abbia molti aspetti positivi, nonostante mi abbia tenuta incollata fino alla fine con la curiosità di scoprire che cosa fosse realmente successo a Naomi, devo dire che questo romanzo non mi ha completamente convinta.
Ho trovato alcuni punti estremamente lenti e temporeggianti, in particolare le parti ambientate 14 anni dopo dalla scomparsa.  

Un romanzo che viene considerato un "thriller" ma che a mio avviso del "thriller" non ha molto. E' un'indagine sulla famiglia, un'accusa contro la famiglia stessa che vive di apparenza e non di sostanza.
E' un libro a tratti difficile da leggere, almeno per me lo è stato, perchè arrivi ad immedesimarti con Jenny; con quella madre che non vede tornare a casa la figlia e viene giudicata ansiosa. Che guarda le ore passare sull'orologio aspettando di sentire il rumore della porta che sbatte. Le ore però diventano giorni e la speranza di ritrovarla viva diventa sempre più remota.

Come ho già detto il finale è inaspettato, almeno per me lo è stato e mi ha lasciato solo una terribile sensazione di amaro in bocca.
E' un romanzo che mi sento comunque di consigliare a tutte quelle persone che hanno voglia di leggere una storia incalzante con un mistero che però non vi darà la soddisfazione che speravate.

IL MIO GIUDIZIO:



 IMPRONTE DAL LIBRO

“When you are young you have no idea what you will need as time passes or how strong you might have to be.” 

“Write down what he said, if you can.” Michael reached into his bag and gave me a blank piece of paper, already neatly attached to a clipboard. He felt in his”

3 commenti:

  1. E' un sacco di tempo che ho voglia di leggere questo libro, la trama è incalzante, impossibile negarlo... e, se non l'ho ancora fatto, è proprio perché temo che alla fine mi lasci con l'amaro in bocca, che io assolutamente non riesco a digerire xD
    Beh, dopo questa recensione ho ancora più dubbi di prima ahaha ♥

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  2. Completamente d'accordo con te. Il finale non mi ha entusiasmato e a mente fredda ho pure pensato che fosse inverosimile. Se si legge nell'ottica che non è un thriller è pure un libro piacevole da leggere.

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  3. Appena finito di leggerlo.
    Nella mia personale scala di valutazione sta abbastanza in alto: nel gruppo dei romanzi che "non riesco a smettere anche se sono le due e domattina mi alzo presto".
    A me sembra scritto bene, al punto che risulta molto difficile non provare la stessa angoscia della madre, dal punto di vista della quale si svolge il racconto.
    Quindi, in breve, tutto sommato mi sentirei di raccomandarne la lettura.
    Circa il finale, che leggendo qua e là sembra inverosimile a molti: ovviamente la storia non finisce così, assurdamente; evitando spoiler sgradevoli penso si possa dire che la scoperta finale avrà un seguito. Seguito che non viene raccontato esplicitamente in quanto il focus è sulla "scoperta sconvolgente", non sulle conseguenze quasi banali, a questo punto, che ne deriveranno.
    Per fare un esempio sciocco, ma rispettoso di chi deve ancora leggere il libro; immaginiamo un giallo in cui alla fine il colpevole confessa: dopo la scena clou, con il colpo di scena che svela il mistero, non è necessario seguire le fasi dell'arresto, del processo eccetera, tutto sommato secondarie e facilmente immaginabili.

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