Recensione: Il segreto della libreria sempre aperta di Robin Sloan

Una vecchia libreria. Di quelle piccole, quasi invisibili posta da un tempo indefinibile ad un angolo della strada. Una libreria che profuma di libri antichi, con una vecchia insegna sulla vetrina e un altrettanto anziano e singolare proprietario.
Questa libreria però non chiude mai. Rimane aperta 24 ore su 24, ed è proprio durante la notte che arrivano i clienti più strani. Clienti che non  acquistano dei libri, ma che prendono in prestito strani volumi all'interno dei quali sembra non esserci scritto nulla di leggibile.
Che cosa succede davvero dentro a questa libreria?


TITOLO: Il segreto della libreria sempre aperta
AUTORE: Robin Sloan
EDITORE: Corbaccio
PAGINE: 306


 
 
Clay è un grafico, appassionato di informatica e di programmazione che a causa della crisi ha perso il suo lavoro e si è trovato costretto a rispondere all'annuncio posto fuori una vecchia libreria.
Una libreria piccola, angusta, dove la maggioranza dello spazio non è occupato dalle ultime novità, o da grandi best seller ma da strani e antichi volumi. Volumi che lui non deve sfogliare. Su questo punto il signor Penumbra, singolare proprietario di questa libreria, è stato molto chiaro. Il suo lavoro è quello di accogliere i clienti che si recano in negozio durante la note, annotando in un particolare registro tutto quello che succede. Chi sono, come sono vestiti, che libro restituiscono e che volume richiedono.

Clay riesce a resistere. Guarda quei volumi con immensa curiosità ma resiste alla tentazione di sfogliarli. La paura di perdere quell'unico impiego è troppa. Troppa anche per cedere alla curiosità. Il suo amico però non sembra essere dello stesso avviso e prima che Clay possa fermarlo si arrampica sulle scale del vecchio negozio, su quei grandi e alti scaffali misteriosi.
Quei libri però sono illegibili. Scritti in uno strano e particolare codice incomprensibile. 
Che cosa sono dunque questi libri? Chi sono questi strani clienti che esibendo una tessera restituiscono quei volumi per prenderne in prestito altri?

Clay, con l'aiuto di una ragazza che è piccolo genio di Google e di un suo amico imprenditore, inizia ad indagare sul mistero che nasconde quella libreria.
Ma scoprirete che il mistero va ben oltre quella piccola libreria di San Francisco...esistono infatti altri posti come quello sparsi per il mondo, ognuno con un vecchio proprietario, ognuno custode di volumi indecifrabili, ognuno destinato a nascondere e cercare lo stesso segreto. Un segreto custodito da quando esistono i libri stampati. Un segreto custodito nel primo libro che venne mai stampato.

La scelta di inserire tra i protagonisti proprio una grande programmatrice di Goggle e un grafico non è assolutamente casuale. Uno dei temi chiavi del romanzo è proprio l'opposizione tra queste due realtà: il cartaceo e il digitale. Due realtà che negli ultimi anni sono venute a scontrarsi sempre più tra loro, così come avviene anche in questa storia. Nel romanzo è facile individuare come ci siano due gruppi, il primo fortemente ancorato alla tradizione cartacea e chiuso verso qualunque innovazione tecnologica ad essa collegata, il secondo gruppo deciso invece ad usare la tecnologia per arrivare là dove con i libri e lo studio classico non sono riusciti ad arrivare in 500 anni.
Dà un lato l'autore ci vuole dimostrare come le due realtà possano effettivamente convivere, aiutarsi l'una con l'altra, dall'altra parte la conclusione sembra sottolineare che ci sono dei limiti anche nel mondo del digitale, dei limiti che solo la mente umana può superare.

Lo so, lo so. Sono riuscita ad incuriosirvi e vi dirò che le premesse di questa storia non sono male ma... ci sono un sacco di ma. 
La storia non è credibile. Certo è una storia inventata, anche "il codice da vinci" lo era ma l'autore era stato bravissimo a rendere quella storia credibile. Questa purtroppo non lo è.
Ci sono un sacco di momenti davvero inverosimili all'interno della narrazione. Dal momento in cui l'intero team di Google decide di aiutare questo ragazzo nella sua indagine...cioè ragazzi, parliamo dell'intero team di Google che decide di dedicare il suo tempo alla ricerca di un codice segreto, al momento in cui arrivano a rendere off limits Google per qualche minuto all'intero pianeta per dedicarsi alla sola ricerca di decodificare un codice, sempre per aiutare questi ragazzi. Capite che esiste un confine tra ciò che può essere inventato e risultare comunque credibile a ciò che porta il lettore ad allontanarsi dalla narrazione avvertendola come qualcosa di troppo lontano dalla realtà.

I momenti come quello citato sopra sono molteplici purtroppo. Potrei citarvi il momento in cui Clay arriverà a scoprire, non vi faccio grandi spoiler, che esiste un font, un font andato perduto da 500 anni che una confraternita sta cercando da secoli. Bene. Clay in poche ore riesce a trovarlo. Come? Fingendosi il proprietario di un museo, riesce a contattare l'archivio in cui è custodito richiedendone il prestito. Prestito che ottiene in pochi secondi senza dover effettuare alcuna verifica, controllo o compilazione di documenti. Se questo non bastasse Clay viene accompagnato nel magazzino di questo archivio dove può girare indisturbato da solo. Avrebbe potuto appropriarsi di qualsiasi cosa. Nessuno aveva fatto un controllo su di lui o sulla struttura dalla quale dichiarava di provenire. 

Come vi dicevo all'inizio la storia poteva essere buona, le basi per una trama originale a mio avviso c'erano, ma la storia è diventata troppo inverosimile in diversi punti andando a perdere quel componente che io cerco in avventure come questa. La possibilità di credere che possa esserci anche solo qualcosa di vero. Fosse anche l'esistenza del primo libro, della confraternita o di una libreria. Qui non ho trovato nulla a cui potessi credere.

                                                             IL MIO GIUDIZIO


IMPRONTE DAL LIBRO
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"Il legame tra il libro e il lettore è strettamente personale, dobbiamo basarci sulla fiducia reciproca"

"Tutti i più importanti segreti al mondo si trovano sotto il nostro naso"

"Sembra lo spiritello di un libro di fiabe, solo che il suo elemento naturale non è l'aria ma la fantasia."

2 commenti:

  1. ciao Leda! leggo sempre con piacere i tuoi post.
    anche a me aveva incuriosito moltissimo la trama di questo libro, ma sono rimasta molto delusa da come è stata sviluppata tutta la vicenda.
    buone letture :D

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