Cecità di Josè Saramago

Un libro che vi farà male. Dovrete prendervi delle pause nella lettura, perchè non riuscirete ad andare avanti altrimenti. Arriverete a desiderare di essere ciechi per non dover leggere quelle frasi, per non vedere quelle scene. Ma qualcuno deve vedere.




Cecità è in assoluto il libro più metaforico che abbia mai letto. Quella che l'autore descrive all'interno della storia infatti non è solo una malattia, ma una metafora che richiama la cecità umana. L'uomo, una creatura cieca. Una creatura che è sempre stata cieca. Non ci sono infatti riferimenti temporali nè richiami a luoghi precisati. Nemmeno i personaggi sono individuati. Non hanno un nome ma solo delle caratteristiche fisiche. Perchè non c'è inizio e non c'è fine a questo stato. L'uomo è sempre stato cieco.
Una cecità che non a caso nel libro sembra quasi sempre scaturire dalla paura. La paura che è in grado di fermarti, di impedirti di fare le scelte giuste. E' la paura a rendere ciechi, e nella storia l'unica donna che dimostra coraggio davanti alla malattia e non dimostra mai di esserne spaventata, è l'unica che non ne verrà colpita.
E sarà lei quindi a vedere anche per gli altri, a diventare guida per coloro che non vedono. Perchè abbiamo sempre bisogno di qualcuno al quale appoggiarci, a qualcuno che possa prenderci per mano e vedere per noi quando non siamo in grado di farlo.
Lei che può vedere però arriva a desiderare la stessa malattia. La stessa cecità che ha colpito suo marito e gli estranei con i quali ha imparato a convivere. Desidera quella cecità per non vedere come la malattia è riuscita a distruggere gli esseri umani. Per non vedere il degrado personale e sociale che provoca. Perchè la cecità priva l'uomo della sua umanità.
E voi lettori desiderete non vedere. E credetemi arriverete a chiudere il libro perchè continuare sarà impossibile.



La tecnica usata da Saramago per descrivere questa storia permette di mostrare anche con la scrittura quello che l'autore ha voluto mostrare con le parole. Se avete modo di osservare il testo vi renderete conto che appare come un muro. Non ci sono capoversi, la punteggiatura è rarissima e dosata. Proprio perchè sarete ciechi davanti a quel testo che diventa un muro contro il quale vi ritroverete a sbattere. Vi troverete costretti a fermarvi, rileggere, toccare gli angoli delle parole e delle frasi per orientarvi nella narrazione.
Saramago saprà dimostrarvi la vostra cecità.

So che esiste anche un film tratto da questo libro ma non so se avrò mai la forza e il coraggio di guardarlo. Preferisco non vedere.

Voto: 5 zampette su 5!




3 commenti:

  1. L'ho letto a dicembre iniziando a partecipare ad una lettura collettiva e l'ho amato!
    M ha colpita con la stessa intensità che ha colpito te, è così forte e reale!!
    Altro che libracci da due soldi... mi chiedo come la gente possa accontentarsi di robe meno toccanti di questa. E' vero che ogni tanto ci sta anche la lettura meno impegnata, ma perdersi certe perle è un peccato!
    Io non ho fatto pause, nella lettura, ci ho messo una settimana forse, perché ero avida, non vedevo l'ora di scoprire questa storia e capirne il finale... che finale non è.scoprire l'evoluzione e il cammino verso i meandri più profondi dell'animo umano...

    RispondiElimina
  2. Se ti piace il genere, ti consiglio anche "Nemesi" di Philip Roth.

    RispondiElimina
  3. Credo di leggerlo a breve! Mi hai incuriosita davvero moltissimo :)
    A presto!
    CarolH. Lagiovanelibraia.blogspot.it

    RispondiElimina