Le ragazze di Emma Cline - Recensione


Uno di quei libri che sanno creare uno strano incantesimo, quello di scindere le parole che leggi dalle immagini che si formano nella tua mente. Solitamente quando leggiamo un romanzo fagocitiamo le parole una dopo l'altra al fine di produrre nella nostra mente delle immagini, in questo caso però non è cosi. Le parole, le frasi e le descrizioni sono talmente accurate, intelligenti e acute che non puoi non fermarti per ammirlare.
E' un incantesimo speciale che pochissimi libri sanno compiere ed Emma Cline con  "le ragazze" è riuscita a farlo.


TITOLO: LE RAGAZZE
AUTORE: EMMA CLINE
EDITORE: EINAUDI
PAGINE: 334







Una storia che si apre ai giorni nostri con una donna adulta che è portata a rievocare i suoi 14 anni, l'anno in cui si avvicinò ad un gruppo di ragazze che furono poi le colpevoli di un terribile ed efferato omicidio.
Una storia che si apre in un presente che trova la sua genesi nel passato, una storia raccontanta dall'alternarsi di due diverse Evie. La Evie adulta con il parallelismo creato dal personaggio di Sasha, e la Evie quattordicenne.
E' a causa dell'incontro nel presente con questa ragazzina forse nemmeno maggiorenne, Sasha, che Evie è portata a ricordare il suo passato. Sasha è un po' come era lei. Sottomessa e annullata dal volere di un'altra persona, costantemente alla ricerca della sua approvazione e delle briciole del suo affetto, costantemente portata a giustificare comportamente indifendibili. E' con lei che si crea questo parallelismo tra le due Evie.

California, anni 60. Evie all'epoca ha 14 anni e un'incontenibile insofferenza verso i suoi genitori. Verso sua madre, completamente assorbita dalla ricerca di un nuovo compagno dopo essere stata abbandonata dal marito (e più volte sottolinea davani alla figlia il suo "diritto" ad essere felice, palesando così il fatto che la stessa Evie non fosse sufficiente per esserlo) ma anche verso un padre assente che ritiene sufficiente qualche telefonata come adempimento al suo ruolo genitoriale.
Ma l'insofferenza maggiore la manifesta verso la sua stessa anonima vita, rappresentata da una serie di interminabili e apatici pomeriggi estivi trascorsi nella sua stanza immaginando una vita diversa.

E' nel parco che vede per la prima volta "le ragazze". Sicure, mature, innarrivabili. Tra tutte è Suzanne quella ad esercitare un'inspiegabile attrattiva su di lei. Suzanne che si muove sicura, che sa gestire il suo corpo e il suo fascino, che sembra appartenere ad un mondo diverso e migliore del suo.
E sarà proprio Suzanne a trasportarla via da quel mondo apatico facendole vedere il suo mondo: la realtà estrema e sregolata di una comune. Una vita scandita da musica, sesso e droga dove un gruppo di ragazze convive in nome di un amore superiore e tutte le loro scelte e le loro azioni erano manipolate da colui che aveva fondato quella comune: Russel.
La stessa Suzanne, forte e sicura, subisce il fascino di Russel al quale è completamente devota. Evie però non è interessata a Russel, se non al fine di potersi sentire al pari delle altre ragazze, anche lei parte di un gruppo, accettata e amata come le altre. Ma è Suzanne a suscitare un'inspiegabile attrativa su Evie. Un'attrazione che sfuma costantemente in un erotismo che confonde tanto l'autore quanto la stessa protagonista.

Russel è l'origine di tutto, l'uomo che ha creato quella comune e manipolato le loro menti soggiogandole alla sua volontà. Un aspirante musicista che perde la sua occasione non riuscendo a concludere un contratto discografico come gli era stato promesso da un musicista affermato. Ed è su questa star che decide di vendicarsi. Lui però sarà solo il mandante di quel terrificante omicidio che ha visto tra le sue vittime anche un bambino.
Da momento in cui il sogno di Russel di diventare una star sfuma per sempre tutta la vita nella comune cambia completamente. Il degrado aumenta così come le droghe e la sregolatezza. Gli occhi di Suzanne lentamente si spengono mentre viene definitamente fagocitata in quel tunnel senza uscita, e nel suo ultimo barlume di lucidità riesce a salvare Evie. Riesce a darle la possibilità di una vita diversa dalla sua.

Evie ancora una volta rimane al margine di tutta la vicenda. Non sarà coinvolta in quell'omocidio perchè Suzanne decide di salvarla, obbligandola a scendere dalla macchina. Ancora una volta sarà solo una spettatrice di quello che succede.

Un romanzo d'esordio scritto in maniera davvero magistrale, dove la prosa è studiata, acuta e intelligente. Una prosa che ti permette di percepire le sensazioni, le idee e i pensieri di una ragazza di 14 anni e in parte di identificarli con quelli che avevi provato anche tu. E riesce nell'incredibile intanto di farti rivivere pensieri e sensazioni dimenticate tanto che mi chiedevo "ma come è riuscita a farmi ricordare così bene quello che pensavo a 14  anni?"
E' uno di quei romanzi dove non ti lasci travolgere solo dalla trama ma anche dalla prosa.

 La vera storia della famiglia Manson

Nella realizzazione di questo romanzo Emma Cline si è ispirata alle vicende della famiglia Manson. Una comune degli anni 60 che divenne famosa per essere colpevole di diversi omicidi in particolare ricordata per il delitto che ha visto tra le sue vittime anche anche la moglie del regista Polanski all'epoca incinta di 8 mesi.
Charles Manson fu il mandante di questo delitto che venne però eseguito materialmente dai suoi seguaci. 
Alla fine degli anni 60 Manson riuscì infatti a raccogliere attorno a sè un gruppo di ragazze ammaliate dal suo carisma e che iniziarono a viaggiare con lui su uno scuolabus dipinto di nero facendosi chiamare "la famiglia."

IL MIO GIUDIZIO




 CITAZIONI

"La vita era solo una sala d'attesa finché qualcuno non ti notava: i maschi lo stesso tempo l'avevano passato a diventare sé stessi."

"Povere ragazze. Il mondo le rimpinza di promesse sull'amore. Quanto ne hanno bisogno, quanto poco ne otterrà la maggior parte di loro."

"Nessuno mi aveva mai guardata davvero prima di Suzanne, perciò da un certo momento in poi era stata lei a definirmi." 

"L’amore poteva venire da ogni direzione. Cosí da non restare delusi se non ne veniva abbastanza dalla direzione sperata" 
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