Les Revenants: più di una semplice serie tv

Una serie tv dove per la prima volta i morti che tornano in vita non lo fanno sotto forma di zombie assetati di carne umana, una serie che si sviluppa su più livelli e che offre allo spettatore molteplici chiavi di lettura, se solo avrà la pazienza di proseguire e non fermarsi all'apparenza.



Les Revenants è una serie francese che in pochi minuti ti trascina in una realtà fredda e misteriosa prendendoti dolcemente per mano con la musica dei Mogwai. Un ritmo lento e cupo che sembra scandire il tempo di una vita.

Vi ritroverete in questo piccolo paese di montagna chiuso tra i monti e una diga, un paese dove lentamente i morti iniziano a tornare in vita.
Ma per la prima volta non si tratta di zombie assetati di sangue o di creature demoniache. Tutta la serie si sviluppa su un piano quasi metafisico dove i richiami e i simbolismi religiosi sono molteplici, così come le metafore e le chiavi di lettura celate all'interno della trama.

La prima a tornare in vita è Camille, ragazzina di 14 anni morta in un incidente in cui rimase coinvolto lo scuolabus sul quale stava viaggiando. Camille torna a casa come se nulla fosse successo, senza sapere che in realtà che erano trascorsi 4 anni dalla sua morte, e senza sapere che lei, quel giorno su quell'autobus era morta.
Come Camille altre persone iniziano a tornare in vita e ogni episodio, oltre alla storia principale, segue e racconta il passato e il presente di uno dei personaggi tanto che il titolo porterà il suo stesso nome. La serie è infatti composta da due stagioni ciascuna delle quali si compone di 8 episodi, e ogni episodio si intitola come il personaggio di cui andrà a raccontare il passato.

Vi chiederete come mai i morti tornino in vita, chi sia quel bambino misterioso con strani poteri di preveggenza presente nel passato di ogni singola persona, e chi sia quella strana ragazza che 35 anni prima sapeva già che quel bambino sarebbe arrivato in quella città.
Non aspettatevi di trovare tutte le risposte alle vostre domande perchè resterete insoddisfatti.
Al termine della prima stagione ero alquanto turbata. Non riuscivo a capire se la serie mi stesse piacendo o meno. C'erano troppe cose incongruneti, troppe domande senza risposta, troppi buchi.
Non era la serie però ad essere "sbagliata", questo l'ho capito solo in un secondo momento. Ero io che la stavo guardando nel modo sbagliato. Questa serie è un po' come leggere una poesia. Non vi soffermate solo sulla "trama" quando leggete una poesia ma cercate di leggere oltre alle righe, giusto? Bene, così dovete fare anche con questa serie tv.

Scoprirete infatti che i ritornati iniziano a decomporsi se non sono insieme ai loro simili, se stanno con i loro familiari. Così come i loro familiari non riescono a tornare alla loro vita, alla loro routine e alla loro normalità. L'unico modo per andare avanti è lasciarli andare. La seconda stagione si focalizza proprio su questo. Su come gli esseri umani non riescano spesso a superare il dolore di una perdita e non riescano a lasciar andare coloro che amano. Così i genitori di Camille non riescono a lasciarla partire con gli altri finchè lei stessa non muore nuovamente tra le loro braccia. Solo allora capiscono che l'unico modo perchè lei possa andare avanti è lasciarla andare.

Più volte i ritornati affermano "noi malgrado uccidiamo chi amiamo", ma anche qui è necessario andare oltre il primo significato della frase, perchè i personaggi si vogliono riferire al fatto che morendo in qualche modo si uccide involotariamente chi si ama.





Cosa che invece si nota all'inzio della seconda stagione è che ci sono delle diversità tra i ritornati. Alcuni interagiscono, parlano e hanno la stessa vitalità che avevano al momento della scomparsa, altri invece sono muti, non parlano e si muovono come ombre nel paese in cui si nascondono. Vi sarà spiegato che questa diversità è data dal contatto tra vivi e morti; coloro che avevano sulla terra qualcuno che li aspettava, qualcuno che li ricordava e pregava per rivederli, presenta lo stesso aspetto che aveva quando era in vita. Ma anche qui bisogna andare oltre a questa piccola spiegazione per capire come si voglia rappresentare il fatto che le persone morte continuino in qualche modo a vivere nel ricordo di chi rimane.
E questi sono solo due piccoli esempi delle metafore che troverete all'interno della serie.

Anche i simbolismi religiosi come dicevo all'inizio sono molteplici. Dalla risurrezione, come viene più volte definita, a quel bambino che nascerà nella seconda stagione e che sembra essere la chiave di ogni cosa, il salvatore. Un neonato che salverà i morti. 
Ho apprezzato come per la prima volta non siano i morti privi di umanità, ma come questa manchi soprattutto nei vivi. Specie in coloro che si dimostravano dalla parte del giusto, disponibili ad aiutare gli altri. I veri mostri non sono i morti, ma i vivi.
Come vi dicevo inizalmente non troverete tutte le risposte che vi aspettate. Ad alcune conclusioni potete giungere da soli, ad altre io non sono arrivata. Ma forse è proprio quello che si voleva. 
Non abbiamo tutte le risposte. Non sapremo mai dove sono andati i ritornati, perchè non ci è dato sapere dove vadano. 

Quello che sono riuscita a capire, e qui farò spoiler se non avete visto la seria, è che i morti sono tornati in vita grazie a Victor, che quel giorno cercando di far tornare in vita suo padre ha in qualche modo richiamato anche altre persone. Ma, anche in questo caso una domanda rimane. Chi è victor?  Forse un entità eterna che come Lucy ha il compito di accompagnare i morti a casa. Un'entità che però alla fine non decide di non andare per la sua strada ma di restare con Julie.
Un'altra domanda che non trova risposta è se Adele sia morta quel giorno in cui si tagliò i polsi. Secondo me sì, e quella scena finale nella grotta rappresenta quel matrimonio mai avvenuto.
Queste sono solo mie supposizioni naturalmente. Quello che è evidente è che Les Revenants è una serie del tutto nuova nel panorama delle serie tv. Una serie che vuole dimostrare come la morte sconvolga la vita delle persone e come alcuni riescano ad andare avanti e altri invece no. Una serie estremamente metaforica e non scontata.
E' difficile dire se consiglierei o meno questa serie. E' spesso lenta, e diversa da qualsiasi cosa ci si possa aspettare da un prodotto di questo tipo. Secondo me però è un'esperienza che vale la pena affrontare.

3 commenti:

  1. Ciao Leda, avevo ignorato questa serie TV quando la trasmettevano, ma dopo questa tua recensione non posso negare che la curiosità sia salita alle stelle!
    Amante di The Walking Dead, sono abituata a vedere i morti che tornano sotto forma di zombie e ti dico la verità, non mi dispiacerebbe vedere qualcosa di diverso.
    Ho notato subito durante la lettura della recensione un che di metaforico in Les Revenants, il concetto di morte è sviluppato sotto un altro punto di vista, così come penso lo sia il dolore.
    Le darò sicuramente una possibilità, spero di recuperarla presto!

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    1. Spero che possa "piacerti" nonostante sia una serie così diversa da quelle a cui ci hanno abituati :)

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  2. Mi ispira un sacco. Penso proprio che darò una possibilità a questa serie tv :)

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